Prima del 2020 in Italia si parlava poco di smart working. La maggior parte delle aziende lo ha adottato durante l’emergenza sanitaria, sperimentando sia i vantaggi che i limiti di questo approccio.
Nel 2019 solo il 3% delle persone occupate lavorava da remoto. La fase di emergenza ha alzato la percentuale al 34% che, nel 2022, si è assestata al 24%.
Smart working: cosa significa
Il termine smart working si è diffuso in Italia con un errore di significato. Nell’uso comune si intende: lavorare da casa mantenendo gli stessi orari e gli stessi ritmi del lavoro in sede. Questa modalità si traduce in inglese con remote working o working from home.
Con il termine originale smart working, invece, si indica una nuova filosofia di gestione che prevede una maggiore autonomia nella scelta degli spazi e degli orari di lavoro da parte dei dipendenti, a fronte di una maggiore responsabilità sui risultati da assicurare all’azienda.
Pro e contro del lavoro da remoto
Anche se per la maggior parte degli uffici lo smart working non è stato una scelta, ha sicuramente permesso l’esplorazione di nuove modalità di gestione dei progetti generando esperienze sia positive che negative.
Lavoro da remoto: vantaggi
- Risparmiare tempo negli spostamenti: passare meno ore nel traffico, in auto o sui mezzi pubblici, ha effetti sul benessere psicologico delle persone e impatta positivamente anche sul livello di inquinamento delle città.
- Se organizzato bene il lavoro da remoto permette di abbassare le spese: le aziende possono diminuire le uscite dovute ad affitti, utenze e postazioni di lavoro. Le persone che lavorano da casa risparmiano sul trasporto e riducono l’investimento nell’abbigliamento da ufficio.
- Quando la distanza non è più un problema le persone possono affacciarsi a un mercato del lavoro più ampio. Allo stesso modo le aziende possono interagire con profili che prima non avrebbero considerato, aumentando la possibilità di incontrare personale qualificato.
- Chi era abituato agli open space, grazie al lavoro da casa ha scoperto una maggiore concentrazione e ha migliorato la propria produttività. L’organizzazione personalizzata permette di esprimere al meglio le proprie capacità, alternando il lavoro con altre attività che permettono di ricaricare le energie.
- Alcune persone hanno riscontrato un nuovo piacere nella cura della casa, delle relazioni in famiglia e delle proprie passioni, godendo così di un migliore equilibrio tra vita professionale e vita privata.
Lavoro da remoto: svantaggi
Il lavoro da remoto ha anche degli svantaggi, che vanno individuati per tempo, prima che si trasformino in problemi.
- Non è scontato che in casa ci sia una postazione da dedicare esclusivamente al lavoro. Durante l’emergenza sanitaria molte persone hanno lamentato la difficoltà di lavorare in uno spazio poco adatto e con strumenti non performanti.
- Lavorare da casa rende più difficile separare la vita professionale da quella personale, si può avere la sensazione di non staccare mai e di essere sempre rintracciabili.
- La maggiore autonomia che offre lo smart working deve essere bilanciata con una forte autodisciplina. Chi fatica a darsi una routine lavorativa potrebbe essere meno efficiente. Anche la presenza di altre persone in casa può essere fonte di distrazione.
- La comunicazione con i colleghi è meno immediata. Manca lo scambio spontaneo di idee sui progetti di lavoro e l’interazione sociale che rafforza i rapporti e le collaborazioni.
- Se diminuisce il senso di appartenenza al gruppo, può diminuire anche il legame con l’azienda e i suoi valori.
Verso una modalità di lavoro mista
Per attingere al meglio di entrambe le soluzioni alcune aziende stanno testando il lavoro ibrido, cioè una combinazione di lavoro a distanza e in presenza. Per far convivere le esigenze di gestione con un maggior equilibrio tra lavoro e vita privata si concordano alcuni giorni della settimana di lavoro in sede e altri di lavoro da remoto.
Come coinvolgere chi lavora da remoto
Quando le persone si riconoscono nel brand e nei valori dell’azienda per cui lavorano aumenta la produttività e si abbassa il turnover. Se l’azienda ha molte risorse che lavorano da remoto servirà quindi investire in attività e strumenti che rafforzino il coinvolgimento del gruppo.
Ecco alcuni spunti per motivare un team che lavora in smart working:
- prevedere canali di comunicazione alternativi alle email e dare indicazioni sulle modalità di utilizzo
- organizzare dei video incontri periodici per ricapitolare lo stato di fatto dei progetti
- proporre eventi di formazione e occasioni di avanzamento di carriera per obiettivi
- affiancare alle persone appena assunte un mentore che faciliti l’orientamento nelle dinamiche di lavoro e la creazione di legami personali
- accorciare le distanze inviando materiale brandizzato, gadget o regali, direttamente a casa
Fare onboarding da remoto con il kit di benvenuto
Per le nuove risorse che entrano in azienda è importante ricevere un benvenuto che le faccia sentire valorizzate e inserite nel gruppo. Quando l’onboarding avviene da remoto può essere d’aiuto inviare un welcome kit con strumenti e gadget brandizzati, per trasmettere ai nuovi arrivati la filosofia e i valori aziendali.
Il pacco può includere:
- materiale di cancelleria
- strumenti tecnologici utili all’attività
- abbigliamento o gadget
- regali per il benessere di chi lavora da casa
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